PERCHÉ NESSUNO HA ASCOLTATO LEONARDO?

Il caso di Leonardo evidenzia un problema che ormai attanaglia la nostra società: il disagio giovanile


Nell'ultima settimana è avvenuta una tragedia che ha sconvolto la comunità di Senigallia: la morte del giovane Leonardo. Leonardo era un quindicenne che si è suicidato in seguito a pesanti e continui atti di bullismo, in una situazione nella quale non ha ricevuto la giusta attenzione e il giusto sostegno.

“Leo mi ha mandato dei WhatsApp per dirmi che aveva spiegato al prof di sostegno che non ce la faceva più e che voleva lasciare la scuola, ma il docente gli ha risposto che fino ai 16 anni la scuola è obbligatoria. Inoltre il professore non ha avvisato né me né il mio ex marito. Secondo Leo, poi, anche altri professori facevano finta di non vedere”. Queste le preoccupanti dichiarazioni della madre di Leonardo, che dipinge un quadro nel quale il figlio esprimeva il malumore che viveva a scuola evidenziando l'indifferenza dei docenti. Viktoryia Ramanenka, la mamma di Leonardo Calcina, parla di come i professori dovevano tutelarlo dai bulli, raccontando anche di come al funerale abbia chiesto al preside della scuola, che si era avvicinato per fare le condoglianze, di allontanarsi.

La madre aveva anche proposto al figlio di rivolgersi alle forze dell'ordine, ma Leonardo aveva preferito di no perché sperava di risolvere tutto parlando con quei ragazzi che lo tormentavano, ma purtroppo non è andata così. Le cose però adesso sono diverse, Viktoryia ha già presentato due denunce ai carabinieri per segnalare gli atti di bullismo a scuola e l'indifferenza dei docenti: “Il tempo non passerà più, anche se adesso io pretendo giustizia: che quei bulli vadano dritti in riformatorio e che chi ha sbagliato tra i professori se la veda coi giudici. È un dovere per i docenti tutelare i ragazzi, noi li affidiamo a loro”.

L'Italia si divide: genitori contro istituzioni scolastiche, presidi contro docenti, studenti contro altri ragazzi e adulti contro giovani. L'accusa principale e più grave è quella rivolta alla dirigenza scolastica e agli insegnati di Leonardo: non solo per molti sarebbero responsabili di non essersi accorti di ciò che stava avvenendo nella scuola, ma secondo qualcuno avrebbero fatto finta di non vedere gli episodi di bullismo che “era impossibile non vedere”, come se fossero quindi dei complici di chi lo bullizzava. Ma c'è anche chi punta il dito contro gli stessi compagni di classe, parlando di omertà e declinandolo in questa realtà di provincia. Nel mirino è finita anche la famiglia: ci si chiede come i genitori non si siano accorti prima di quei segnali che poi hanno portato Leonardo a compiere l'estremo gesto.

Al di là delle ripercussioni legali e delle indagini dei carabinieri, da questo drammatico evento emerge come questo non sia un caso isolato ma sia un campanello d'allarme. C'è necessità di comprendere e ascoltare maggiormente i giovani, per aiutarli ad affrontare dei drammi che sicuramente hanno radici molto profonde, da cui deriva il bisogno di fare riflessioni e interventi seri sul tema del disagio giovanile, un fenomeno in aumento nel nostro Paese.

La storia di Leonardo ci ricorda quanto sia importante non ignorare un grido d'aiuto. Leo era vittima di un tormento continuo, aveva chiesto aiuto ad un prof ma era stato ignorato e la famiglia non si è accorta di niente. Spesso gli adulti non si accorgono della solitudine e delle situazioni di disagio degli adolescenti. Per questo, se avete bisogno di aiuto e nessuno fra i vostri cari, amici, professori vi ascolta potete contattare:



Se tu o qualcuno che conosci ha bisogno di parlare con qualcuno, queste sono linee di supporto pronte ad ascoltare, che ti possono sempre fornire un supporto ed aiutarti a stare bene.


Francesco Fabrizi
Redazione GenerazioneT



Questo blog ti è piaciuto? Lascia la tua opinione tramite un like!