SOCIAL MEDIA O BUFALE: chi vincerà la tua attenzione?

Oggi, con un semplice click, possiamo mettere un like, condividere una storia o commentare un post. Ma quanto ci soffermiamo a chiederci se la notizia sia vera o falsa?


In un mondo dove i social media sono diventati le principali fonti di informazione, è facile cadere vittima della disinformazione. Un recente studio presentato al Festival della Comunicazione Non Ostile di Trieste ha rivelato che il 51% dei giovani utilizza piattaforme come WhatsApp, Instagram e TikTok per informarsi. Ma qui sorge il problema: i social non fanno sempre una distinzione chiara tra verità e bufale.

La ricerca, condotta su oltre 4.800 studenti, ha mostrato che quasi un giovane su tre (31%) interagisce con una fake news, mettendo un like, magari senza nemmeno rendersene conto. Tuttavia, solo il 7% di loro condivide la notizia, segno che molti si limitano a un’interazione passiva. Nonostante questo, il 70% dei ragazzi è convinto di saper riconoscere una notizia falsa. Lo so sono tanti numeri, ma siamo davvero sicuri di avere gli strumenti necessari per farlo?

I social media sono una miniera d’oro di contenuti, ma anche terreno fertile per la disinformazione. Condividiamo le informazioni senza fermarci a riflettere sul loro valore e sulla loro veridicità, ma spesso senza nemmeno volerlo, alimentiamo il circolo vizioso delle bufale. L’algoritmo delle piattaforme, come Instagram e TikTok, si adatta alle nostre preferenze e tende a mostrarci contenuti che confermano le nostre convinzioni, creando delle vere e proprie “bolle” informatiche. Più tempo passiamo sui social, più rischiamo di restare intrappolati in queste bolle, dove la verità si mescola facilmente con la disinformazione.

Inoltre, un dato preoccupante emerge dal fatto che un genitore su tre non affronta mai il tema di cosa fanno i figli su internet. Questo significa che molti ragazzi sono lasciati soli a navigare nel mare della disinformazione, senza gli strumenti adeguati per proteggersi. La buona notizia è che ben 3 giovani su 4 dichiarano di cercare fonti affidabili per verificare le notizie, ma è chiaro che serve un'educazione digitale più forte e capillare per insegnare a riconoscere la verità online.

Se vuoi evitare di cadere nella trappola delle fake news, ecco alcuni consigli pratici:

In definitiva, i social media sono strumenti potentissimi, ma senza consapevolezza possono facilmente diventare trappole di disinformazione. Essere utenti smart significa non fermarsi al primo post che appare sulla timeline, ma sviluppare un pensiero critico, imparare a riconoscere la disinformazione e a distinguere il vero dal falso. Solo così possiamo proteggerci dalla disinformazione e contribuire a costruire un ambiente online più sano e informato.


Francesco Fabrizi
Redazione GenerazioneT



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