L’intelligenza artificiale ci può aiutare, ma non ci deve rendere più stupidi.
Ad oggi l’IA fa parte della nostra quotidianità, tanto che anche a scuola è diventata un’alleata preziosa. Ma sappiamo davvero cosa c’è dietro questi sistemi? O ci limitiamo a usarli senza farci troppe domande? Uno studio recente dice che 8 studenti su 10 la usano per generare contenuti, ma solo 1 su 3 sa come funziona!
Se non hai mai usato un’intelligenza artificiale per scrivere un testo o cercare informazioni, probabilmente fai parte di una minoranza ristretta. L’84% degli studenti ha già sfruttato l’IA generativa per creare contenuti, un numero in crescita del 50% rispetto all’anno scorso. I motivi? Praticità e velocità. Scrivere testi, correggerli, tradurre lingue straniere, trovare informazioni: tutto a portata di un click. Eppure, pochi si chiedono come questi strumenti riescano a restituire risultati così accurati (o quasi).
Sentiamo parlare di machine learning e deep learning, ma quanti sanno davvero cosa significano? Solo il 35% degli studenti sa spiegare cos’è il machine learning, e ancora meno ha chiaro il concetto di reti neurali. Eppure, questi sono i pilastri su cui si basa la tecnologia che ci accompagna ogni giorno. Non sapere come funziona può portarci a fidarci ciecamente dei risultati, senza sviluppare il necessario spirito critico per valutare se siano davvero corretti o meno.
Se gli studenti corrono più veloce della tecnologia, le scuole restano un passo indietro. Solo il 18% degli intervistati ha ricevuto indicazioni chiare sull’uso dell’IA in ambito scolastico. Serve più formazione per capire non solo come sfruttare questi strumenti, ma anche come evitare che diventino un ostacolo all’apprendimento. Usare ChatGPT per un riassunto è comodo, ma che succede se lo si usa per evitare di pensare?
L’intelligenza artificiale è strettamente connessa anche al tempo online. Di fatto essa non si limita solo ai compiti, anche i social la sfruttano per tenerci incollati allo schermo. La maggiorparte degli studenti ammette di perdere la cognizione del tempo online e non è un caso: gli algoritmi sono progettati per catturare la nostra attenzione e tenerci agganciati più a lungo possibile.
La buona notizia è che i giovani sono consapevoli della situazione: più della metà vorrebbe sapere come ridurre il tempo speso sui dispositivi e proteggere meglio i propri dati personali. La soluzione? Una maggiore educazione digitale, sia a scuola che fuori. Imparare a usare l’IA in modo intelligente, senza esserne schiavi, è la chiave per sfruttarne al massimo i benefici senza cadere nelle trappole della tecnologia.
Quindi, IA sì o IA no? La risposta giusta è IA consapevole. Perché la tecnologia è uno strumento straordinario, ma solo se siamo noi a guidarla e non il contrario.