Se ti sembra che tutti comprino vintage tranquillo, non è solo una tua impressione, il vintage è ovunque. Ma la vera domanda è: lo compriamo per indossarlo davvero o solo per mostrarlo su Instagram e TikTok? Spoiler: spesso è più la seconda.
Video in cui si mostrano i capi scovati al mercato, nei negozietti dell’usato o su Vinted sono ormai una categoria di content a parte. Basta aprire TikTok per essere sommersi da haul, styling tips e consigli su come trovare “quel capo vintage perfetto”. Secondo il report di ThredUp, addirittura il 50% di Gen Z e Millennials che hanno comprato vintage nell’ultimo anno lo ha fatto per creare contenuti social. Sì, la metà. Ma perché succede?
La risposta è un mix di dinamiche sociali, personali e culturali. Il vintage è diventato un vero e proprio linguaggio visivo, un modo per comunicare qualcosa di sé. Un outfit anni ‘90 o un giaccone anni ‘80 non sono solo vestiti, ma dichiarazioni di stile, identità, originalità. In un mondo in cui tutto sembra già visto, pescare nel passato diventa una forma di resistenza creativa.
I social premiano chi si mostra autentico, ma anche chi è sempre un passo avanti, esteticamente curato, interessante. E allora il vintage diventa un costume da indossare per ottenere approvazione, like e followers. Lo compri, lo mostri, lo archivi.
C’è chi compra vintage per convinzione, chi per l’ambiente, chi per distinguersi. Ma c’è anche chi lo fa solo per il content. L’estetica “old but gold” funziona sui social, comunica stile, autenticità e originalità, ma se poi quei vestiti restano nell’armadio, siamo davvero più sostenibili? Oppure stiamo solo usando il vintage come un filtro da mettere nel feed?
La verità è che per molti giovani il vintage è un modo per sentirsi parte di qualcosa: una community, una subcultura, una narrativa. Spesso è un primo passo verso una consapevolezza più ampia, ma altre volte resta solo un’illusione di autenticità. La domanda centrale è: quel look ti rappresenta davvero, o rappresenta solo l’idea che vuoi dare di te online? La Generazione Z si muove in bilico tra queste due dimensioni: reale e digitale, autentico e costruito. E in fondo, chi non lo fa?
Il vintage è molto più di uno stile: è un modo di vivere, di scegliere cosa indossare e perché. Se comprato con consapevolezza, è un gesto di sostenibilità, di identità, di scelta personale. Ma se diventa solo uno strumento per salire sull’onda social, allora rischia di svuotarsi di significato.